Tradizioni culinarie di Calabria: la Pitta mpigliata

In Calabria, ogni festività è una scusa per riunire la gente e preparare delle ricette speciali. Oggi, vi portiamo con noi nelle tradizioni culinarie per scoprire una di loro. Pitta nchiusa o mpigliata : ecco alcuni dei nomi che descrivono questo tipico dolce calabrese. In molti dicono che la pitta è originaria di San Giovanni in Fiore, un antico paese della Sila. Questa prelibatezza è molto diffusa in tutta la regione, sopratutto in Provincia di Cosenza, Crotone e Catanzaro. Vediamo insieme la storia e la sua ricetta.


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Una tradizione Antica

La pitta mpigliata è un dolce antico che fa parte della tradizione calabrese. Alcuni fonti di rilievo documentano addirittura che la sua preparazione avveniva per le feste nuziali. In pratica, la famiglia dello sposo doveva offrire la pitta per onorare l’accordo di matrimonio tra le due parti.
Storicamente, la pitta mpigliata è un dolce natalizio. Oggi però, è reperibile tutto l’anno presso i vari forni che la preparano.

pitta mpigliata calabria

Come quasi tutti i dolci calabresi, la pitta mpigliata è un dolce secco privo di creme. Bisogna sapere che la ricetta originale varia secondo le zone dove viene preparata. In effetti, ogni famiglia ha la sua ricetta che si tramanda di generazione in generazione.

La sua preparazione è femminile e, spesso, sono le nonne e le mamme a insegnare questa ricetta antica alle figlie. Dunque, non esiste una ricetta unica. Quella che vi proponiamo qui è quella del Panificio Loria di Caccuri.


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La ricetta della pitta mpigliata

La sfoglia:
Innanzitutto, la pitta mpigliata è composta da due elementi principali: la sfoglia e il ripieno.
Per la sfoglia, bisogna unire in una ciotola 500 g di farina 00 (può anche essere mista con per esempio farina di castagne), un uovo, un bicchiere di olio evo, un bicchiere di vino dolce, un pizzico di cannella, un pizzico di sale, una bustina di lievito e un bicchiere di liquore.
Impastare il tutto fino ad ottenere una pasta omogenea e lasciarla riposare per un’ora minimo. Dopodiché, stendere la sfoglia con il mattarello (una volta si faceva così) o con una sfogliatrice.

Il Ripieno:
Nel ripieno della pitta mpigliata, troviamo frutta secca come si usa in Calabria ma anche miele e spezie. Nella ricetta del forno Loria ci sono noci secche, uva passa, mandorle tostate, chiodi di garofano, cannella, zucchero, aromi di arancia (si possono anche aggiungere scorze grattugiate di arancia). Alla fine, il tutto va inumidito con un mix di liquori dolci.

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Realizzazione della pitta

Prima della cottura, procediamo a dare forma al dolce. In effetti, la nostra pitta dovrà prendere la sua tipica forma a rosa.
Prima, versiamo l’olio evo sulla sfoglia e la spalmiamo con le mani in modo da ricoprirla tutta. Poi, spolveriamo il ripieno con un cucchiaio. Bisogna ripiegare la sfoglia su se stessa e tagliare una striscia di pasta con una rotella tagliapasta. Dopodiché, arrotolarla a forma di rosa.
In fine, inforniamo la pitta a 170 gradi per 40 minuti.

E TU, CONOSCI LA PITTA MPIGLIATA? L’HAI GIA’ ASSAGGIATA?


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  1. nino roy di pretoro 5 Marzo 2020 at 20:53 - Reply

    La ricetta è molto valida;meglio ancora preparare il ripieno 2 giorni prima e lasciarlo macerare nei liquori in un contenitore chiuso in ambiente refrigerato e legarlo alla sfoglia a temperatura ambiente.

    • Cyrielle Devillard 6 Marzo 2020 at 8:52 - Reply

      Grazie per il tuo consiglio Nino ? In effetti, la macerazione permette di armonizzare la frutta secca con gli aromi dei liquori!